In questi giorni ci si può imbattere, sui nostri monti, in un fungo non comune, piccolo e bello, dai colori assai vivaci: è l’Aureoboletus gentilis. È l’unico boleto che, pur essendo associato alle latifoglie, presenta un cappello vischioso. Proprio per questo motivo si distingue dal genere Suillus che è sempre simbionte delle conifere. È un fungo piuttosto raro, trovato da me più di una volta in Aspromonte, sotto leccio, solitario o gregario vuole climi temperati.
Tassonomia:
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Boletales
Famiglia: Boletaceae
Nome scientifico: Aureoboletus gentilis
Caratteristiche morfologiche
Cappello: fino a 7 cm, emisferico poi allargato-convesso; orlo dapprima rivolto verso il basso, poi rialzato; superficie liscia, glabra, lucente, un po’ vischiosa, di un arancio-rosato vivo, rosato-rossiccio, con sfumature giallo-cromo
Tubuli: adnati al gambo con un dentino, mediamente lunghi; di un giallo caldo assai vivo ma un po’ rugginoso con l’età; pori mediamente grandi, concolori ai tubuli e immutabili come questi al tocco..
Gambo: 3-7 × 0,5-1 cm, di norma snello, prima pieno poi, spesso, farcito-canalicolato, giallo, con toni rosa brunicci, soprattutto alla base.
Carne: di medio spessore, presto molle, con odore e gusto poco marcati ma gradevoli; biancastra, eccetto che sotto la cute pileica, dove mostra un alone rosa; non virante al taglio.
Microscopia: spore 12-18 (20) × 4,5-7 µm lungamente fusiformi; cistidi a forma di bastoni; sporata bruno miele
Habitat: nei boschi di latifoglia, , in zone a clima temperato; solirario o gregario in piccoli gruppi; piuttosto raro.
Commestibile mediocre.