Il fungo che proponiamo questa settimana non è un fungo facilmente rinvenibile sulle nostre montagne, anche se presente, a volte in quantità, soprattutto nella fascia jonica. Inconfondibile per il tipico portamento caratterizzato da un gambo assai lungo rispetto al diametro del cappello è un fungo molto ricercato. Il suo nome deriva dal greco: Clitocybe dal greco klitùs = pendio e kùbe = testa, per la forma del cappello; geotropa dal greco geo = terra e “trópos” direzione: verticale, per il suo portamento eretto verticale.
La Clitocybe geotropa merita grande attenzione per le sue qualità gastronomiche. Diceva infatti il grande micologo Giacomo Bresadola, a proposito di questo fungo: ” … è uno dei funghi più squisiti e, pel forte aroma che possiede, si può cuocere anche alla maniera dei tartufi, servendosene come di questi per condimento…“.
Insomma si potrà ritenere fortunato chi riuscirà a trovare questi funghi sia per la bellezza del portamento sia per le sua qualità organolettiche.
Tassonomia:
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Tricholomataceae
Nome scientifico: Clitocybe geotropa
Sinonimi: Agaricus geotropus, Clitocybe maxima sensu auct Brit.
Caratteristiche morfologiche
Cappello: 6- 20 cm. più o meno profondamente imbutiforme, con piccolo umbone centrale, non igrofano, non striato per trasparenza; colore giallo ocraceo, beige, volgente all’arancione.
Lamelle: profondamente decorrenti, piuttosto fitte, bianche poi crema-rosate, con filo intero concolore.
Gambo: 6-15 × 1,3-2 cm, da cilindrico a leggermente clavato, grosso, slanciato, robusto ingrossato al piede che è avvolto da un lanugine bianca, elastico, pieno poi spugnoso, leggermente più chiaro del cappello.
Carne: bianca poi crema, soda e compatta, tenace nel gambo, odore particolare aromatico diversamente interpretato: di lavanda, di mandorle, fruttato o mielato, sapore grato e delicato.
Microscopia: spore 6,0-7,0 × 5,2-6,0 µm lisce, bianche in massa a forma di goccia
Habitat: gregario, terricolo, questo fungo si trova nei boschi di latifoglie e di conifere oppure nei prati e nei pascoli, a formare i famosi “cerchi delle streghe” in autunno, anche inoltrato.
Commestibilità: eccellente commestibile (il gambo va scartato solo negli esemplari maturi).