I funghi medicinali e il loro uso nella medicina tradizionale ed omeopatica. Saranno descritti i funghi e i loro effetti sulla salute. A tal proposito ci pregiamo di usare la bibliografia più interessante presente su internet ed in particolar modo le notizie prese sul libro di Micoterapia del dott. Ivo Bianchi.
Cordyceps sinensis
Nella tradizione orientale è conosciutissimo perché è un fungo che conferisce vigore, potenza, resistenza e forza di volontà. Per l’oriente rappresenta quello che è la coca per i sudamericani. Ma la vera fama se l’è fatta come viagra naturale, come fungo, appunto, dell’amore.
Sin dagli albori delle prassi di guarigione degli sciamani, risalenti a oltre 50.000 anni fa, l’umanità è alla ricerca di ingredienti atti allo scopo di preparare la panacea definitiva, la cura universale. Fra gli ingredienti più ricercati vi era il Cordyceps, una sostanza venerata ad un punto tale che nell’antica Cina il suo uso era riservato esclusivamente alla famiglia reale. Le analisi chimiche hanno dimostrato che le sue presunte straordinarie proprietà sono molto più che frutto di superstizione o semplice folclore.
Questi funghi medicinali sono estremamente ricchi tanto di beta-glucani, riconosciuti di ausilio nelle terapie contro il cancro, quanto di polisaccaridi; questi ultimi sono lunghe catene di zuccheri con all’interno numerose sezioni di ossigeno e, quando scomposti dall’organismo, le molecole di ossigeno vengono rilasciate e assorbite a livello cellulare. Sappiamo che il cancro in tutte le sue forme non è in grado di sussistere in un ambiente ricco di ossigeno e che, privo di adeguati livelli di ossigeno, l’organismo si ritrova a precipitare in stati degenerativi che favoriscono cancro, cardiopatie, disordini immunitari e diabete, e che inoltre consentono a numerose malattie virali quali epatite C, morbo di Lyme ed altre di attecchire.
Il Cordyceps sinensis incrementa di quasi il ventotto per cento i livelli di ATP (adenosina trifosfato) nell’organismo. L’ATP costituisce la fonte di energia del corpo – la batteria dell’organismo, per così dire – ed è necessaria per tutti i processi enzimatici. Si ritiene inoltre che l’ATP sia il ‘luogo’ in cui si verificano i processi di fusione fredda (“gas di Brown”) a livello molecolare. Sebbene il concetto di fusione fredda a livello molecolare non sia l’argomento del presente articolo, è opinione comune che essa sia la radice degli scambi di energia biologica. Il solo impatto sullo stato energetico renderebbe questo fungo un vero super-alimento.
Per molti lo ‘yartsa gunbu’, che in nepalese significa proprio ‘verme invernale dei prati estivi’, oltre che a curare i bronchi e’ soprattutto un afrodisiaco naturale, tanto da essere ribattezzato il ‘viagra himalayano’, non di rado venduto in cassettine di legno pregiato. A detta di molti, a differenza dell’effetto ‘usa e consuma’ della ormai classica pillola blu, il ‘fungo del bruco’ promette un miglioramento graduale e stabile della vita sessuale perché aiuta ad aumentare la produzione di testosterone, inibendo la produzione dell’enzima 5-alfa reduttasi e quindi riducendo la conversione del testosterone in DHT gihydro-testosterone, aumentando così il desiderio sessuale per uomini e donne.
Il segreto di questo fungo sta nel riuscire a bilanciare perfettamente i linfociti Th1 e Th2, importanti per la risposta immunitaria dell’organismo. Si ritiene che il fungo chimerico sia capace di migliorare anche le performance atletiche, aumentando la gittata sistolica. E sono in molti a usarlo anche per dimagrire. Principi attivi come la Cordicepina e l’Ergosterolo hanno effetti positivi sul sistema immunitario e sulla sfera sessuale. Tali composti ossigenano inoltre i tessuti, conferendo vitalità. Stimolando il metabolismo, favoriscono lo smaltimento dell’adipe.
Parliamo ora delle sue straordinarie proprietà:
Antiossidante
Utilizzato contro lebbra, leucemia, cancro ed aids
Aumenta l’energia e l’ossigenazione muscolare fino al +40%
Allevia la stanchezza
Maggiore vigore Sessuale per uomo e donna
Potente aiuto per problemi al fegato
Allevia sintomi di numerosi disturbi respiratori
Mantiene livelli di colesterolo salutari
Migliora la circolazione
Patologie renali migliorate del 51% in 1 mese
Veniamo quindi alle possibili indicazioni cliniche di questa panacea:
Stanchezza, depressione, convalescenza, insonnia, impotenza, sterilità maschile e femminile, gastroenteriti infettive, epatite B, epatite C, fibrosi epatica, irregolarità mestruali, glomerulonefrite cronica, insufficienza renale, ipercolesterolemia, livelli bassi di HDL, diabete tipo II, artrosi, tosse, asma, bronchite cronica.
Il Cordyceps è un fungo raro e quindi difficile da trovare in natura, cresce abbondantemente solo in Tibet e sull’Himalaya ma per fortuna lo si è potuto coltivare. Oggi se ne estraggono i principi attivi che sono messi in vendita in forma di compresse o di polvere. Sarebbe opportuno comunque farsi seguire da un medico durante l’assunzione di questi principi attivi. In Italia, i prodotti che contengono Cordyceps sinensis li troverete a questi link.:
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Le differenze di prezzo sono dovute alla maggiore o minore concentrazione del prodotto. E adesso Buona Salute a tutti!
Bibliografia :
Ivo Bianchi, 2008: Micoterapia
Berne, R.M., 1980: “The role of Adenosine in the regulation of coronary blood flow.” Circ. Res. 47: 807-813, 1980
Cao & Wen, 1993 Che,Y.S., et al. “Observations on Therapeutic Effects of Jinshuibao on Coronary Heart Disease, Hyperlipidemia, and Blood Rheology.” Chin Trad Herb Dr 9n(1996):552-553.
Chen,D.G. “Effects of Jinshuibao Capsule on the Quality of Life of Patients with Heart Failure.” J Admin Trad Chin Med 5(1995):40-43.
Chiou et al., 2000
Crouse,S.F.et al. “Effects of Training and Single Session of Exercise on Lipids and Apolipoproteins in Hypercholesterolemic Men.” J Appl Physiol 6 (1997):2109-2028.
Geng et al. (1985)
Guan, Y.J., Hu, G., Hou, M., Jiang, H., Wang, X., and Zhang, C. (1992). Effect of Cordyceps sinensis on T- lymphocyte subsets in chronic renal railure. Chinese Journal of Integrated Medicine, 12:323, 338-339.
Halpern,G.M. “Cordyceps:China’s Healing Mushroom.” New York : Avery Publishing, 1998.
Jiang,J.C., et al. “Summary of Treatment of 37 Chronic Renal Dysfunction Patients with Jinshuibao.” J Admin Trad Chin Med 5 (1995) : 23-24.
Oggi parliamo di uno dei funghi più apprezzati e conosciuti come funghi medicinali: il Pleurotus ostreatus.
Pleurotus ostreatus
Chi volesse conoscere le caratteristiche morfologiche di questo fungo potrà leggerle a questo link, qui ci occupiamo invece delle caratteristiche medicinali.
Il nome latino deriva dal greco “pleuron” che significa “di fianco” e “otos” che significa orecchio, quindi con l’orecchio (cappello) di fianco. Ostreatus deriva invece dal latino “ostrea”, ostrica, per la somiglianza del cappello al guscio di un’ostrica.
Gli effetti benefici di questo fungo sono stati scoperti in modo indipendente nei diversi continenti. In questo caso quindi le conoscenze medicinali non vengono come sempre dall’Asia, ma anche dalla tradizione del Centro Europa, del Sud America e dell’Africa. Oggi è un fungo coltivato e prodotto in tutto il mondo.
Questi i composti bioattivi:
– Betaglucani e glicoproteine
– Lovastatina
– Ostrolisina
– Laccasi
– D-glucosio ossidasi
– Ribonucleasi
– Lectine dimeriche
– Peptide di 9kD con attività ribonucleasica
– Acido palmitico e linoleico
Sono molti gli studi sugli effetti che il Pleurotus ostreatus ha sul sistema immunitario, effetti che vanno dall’attività antineoplastica, antivirale, antibatterica a quella antibiotica e antiinfiammatoria.
La proteina citolitica ostreolisina si occupa di uccidere le cellule tumorali, soprattutto di quelle prostatiche. In uno studio su 20 funghi, il Pleurotus ostreatus si è dimostrato il più efficace sul carcinoma prostatico.
Una delle caratteristiche medicinali più importanti di questo fungo è la capacità ipocolesterolemica. La presenza infatti di una statina naturale, la Lovastatina, senza effetti collaterali, fa scendere di molto il colesterolo che, secondo uno studio del dr Bobek, ricercatore dell’Istituto di Ricerca sulla Nutrition di Bratislava, si riduce secondo questi parametri: il colesterolo totale del sangue del 65% e il contenuto di colesterolo depositato nel fegato del 60%, a livello del cuore del 47% e nell’aorta del 79%.
Ed inoltre ha documentato che il Pleurotus ha ridotto: le placche di arteriosclerosi esistenti sono diminuite di numero e di dimensioni nel 26% nel gruppo Pleurotus e solo del 2% nel gruppo non trattato con Pleurotus.
E da ultimo anche una sostanziale riduzione del danno coronarico e della fibrosi del miocardio.
Dati scientifici attribuiscono all’estratto metanolico di Pleurotus ostreatus anche attività antiaggregante piastrinica e antiinfiammatoria.
Per concludere ecco el possibili indicazioni cliniche di questo fungo:
– Ipercolesterolemia
– Alterazione profilo lipidico
– Aterosclerosi
– Carcinoma della prostata
– Patologie cardiovascolari
Questi funghi in pillole li potete trovare a questi link:
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Bibliografia:
Micoterapia di Ivo Bianchi
Bobek P., Galbavý S., “Hypocholesterolemic and antiatherogenic effect of oyster mushroom (Pleurotus ostreatus) in rabbits.” Nahrung. 1999 Oct; 43(5):339-42.
Proseguiamo nel percorso alla ricerca dei funghi medicinali con quello che, in questo settore, è forse il più famoso al mondo: il Ganoderma lucidum
Ganoderma lucidum
Venerato ed usato in oriente da quasi duemila anni è ritenuto di gran lunga più efficace del ginseng.
Appartiene alla famiglia dei basidiomiceti, o polipori. Una descrizione dettagliata dei suoi usi terapeutici la si trova anche in un testo cinese del primo secolo AC.
Fungo rarissimo a quei tempi veniva considerato come una medicina per gli imperatori e scambiato a peso d’oro.
Ad esso sono legate le tradizioni cinesi, ancor più che al ginseng, per il mantenimento della salute, della eterna giovinezza e del vigore giovanile.
Era infatti soprannominato, il Fungo dei Mille Anni.
Esistono molte varietà di Reishi, le più comuni sono:
1. Akashiba – Red Reishi
2. Kuroshiba – Black Reishi
3. Aoshiba – Blue Reishi
4. Shiroshiba – White Reishi
5. Kishiba – Yellow Reishi
6. Murasakishiba – Purple Reishi.
Quello attualmente coltivato è l’Akashiba o Reishi Rosso.
Solo ultimamente si sono sviluppate le tecniche di cultura, che lo rendono pertanto disponibile in continuazione ed accessibile anche come costo al pubblico.
Fino ad ora si sono isolate più di 150 sostanze biottive, quali acidi ganoderici, polisaccaridi, furanici, ribosidi, nucleotidi, peptidi, triterpeni, germanio, ecc..
Tra questi i più studiati sono stati i polisaccaridi ed i triterpeni.
Tra i polisaccaridi i più noti appartengono alla famiglia dei BetaGlucani noti agenti antitumorali ed immunomodulanti, tra questi spiccano i vari etero b -8-D-glycani che hanno un b -8-(1,3)-D-glucano come parte attiva, il b -D-glucan, glucurono-b-D-glucan, arabinoxylo-b -D-glucan, xylo-b -D-glucan, manno-b -D-glucan e xylomanno-b -D-glucan, ed altri peptido complessi.
In aggiunta ai polisaccaridi presenti nella frazione idrosolubile, ve ne sono altri contenuti anche nelle emicellulose che fanno parte della frazione insolubile del Ganoderma.
Dato che il b -D-glucano e altre sostanze chitinose con spiccata attività citostatica sono contenute nella parte fibrosa del fungo si ritiene di poter ottenere vantaggiosi effetti terapeutici sia nell’assorbimento fisico di sostanze tossiche o potenzialmente carcino -genetiche presenti nel tubo digerente, che nella effettiva prevenzione e cura del cancro al colon ed al retto.
L’ Ergosterolo (provitamina D2) è presente in concentrazioni medie dello 0.3-0.4% Atre frazioni steroidee comprendono il 24-methylcholesta-7, 22-dien-3-,6-ol. Recentemente si è isolato un altro componente, il Ganodesterone.
L’azione di questi steroidi si è dimostrata particolarmente attiva in vitro nel bloccare lo sviluppo dei betavirus, quelli dell’influenza, e nell’inibire l’attività del virus dell’ herpes simplex.
Come altri dei funghi qui descritti il Ganoderma contiene adenosine, 5′-GMP, 5’XMP, RNA, etc…
Recentemente si è scoperto che i nucleosidi che contengono adenosine e guanosine, come quelli che si trovano nell’estratto di Reishi, posseggono una grande capacità antitrombotica, inibiscono cioè l’aggregazione delle piastrine nei vasi coronarici e sanguigni in generale.
Altre sostanze come il Ganoderano B ed il Ganoderano C, complessi polissacarido-proteici, sono risultati farmacologicamente attivi nella riduzione del tasso glicemico in ratti da laboratorio.
Altri eteropolisaccaridi e peptidoglicani si sono dimostrati biologicamente attivi nel blocco della crescita tumorale e nella prevenzione delle metastasi tumorali.
L’estratto di Reishi è ritenuto a ragione un ottimo equilibratore pressorio, inducendo sia effetti ipotensivi che ipertensivi a seconda del contesto operativo.
Le attività farmacologiche del ganoderma evidenziate dall’Istitute di Ricerca Botanica ‘Wakan Shoyaku Botany Institute’ di Tokio in collaborazione con alcuni ricercatori cinesi sono le seguenti:
Effetti sulla produzione dei linfociti
Effetti sulla produzione di anticorpi ed sulle reazioni allergiche
Effetti immunomodulatori
Effetti sulla fagocitosi macrofagica
Effetti sulle NK cells
Effetti sulla produzione di Interleukine-1
Effetti sulla produzione di Interleukine-2
Effetti sulla produzione del TNF – Tumor necrosis Factor
Effetti sull’attività cardiaca
Effetti epatoprotettivi
Effetti sul sistema emopoietico
Molto interessante è il fatto che l’azione del ganoderma è intelligente (anfoterica), potendo avere due effetti opposti sullo stesso tipo di cellule.
Si è infatti osservato in prove di laboratorio, che le cellule di linfociti in condizioni di normalità o di subattività venivano attivate dalla somministrazione di estratto di ganoderma, mentre al contrario se venivano preventivamente attivate con del CoA, quindi in stato di sovrattività e sovraproduzione, venivano attenuate e regolate dalla successiva somministrazione dello stesso estratto.
Ciò ci suggerisce che l’estratto può effettivamente stimolare il sistema autoimmunitario, e potenziare il meccanismo di autodifesa quando necessario. D’altra parte invece ci suggerisce che quando l’organismo è in fase iperattiva, l’estratto di ganoderma può ridurne l’ipersensibilità e l’esagerata risposta immunitaria.
Secondo la casistica mondiale, l’estratto di Ganoderma Lucidum esercita tra i numerevoli effetti riportati anche i seguenti:
Adattogeno generale
Analgesico
Antinfiammatorio
Antiallergico
Antiossidante
Antivirale
Regolatore della pressione arteriosa
Detossificante
Antibatterico
Antitosse
Antiasmatico
Nella medicina cinese il Reishi viene molto valutato per la sua capaciatà di rigenerazione del fegato, ed è considerato uno degli agenti terapeutici altamente efficaci in caso di malattie epatiche.
Infatti tossicità epatiche indotte sperimentalmente con carbonio tetracloruro sono puntualmente regredite con l’estratto di Reishi. Nella tradizione orientale dato la sua grande azione adattogena, viene usato sia per le forme asteniche che nevrotiche, in casi di stress mentale e da iperlavoro, per la miastenia grave e distrofia muscolare.
Le osservazioni sugli animali hanno evidenziato la capacità del reishi nello stabilizzare e tonificare l’attività cardiaca e vascolare anche in casi di gravi compromissioni, nel ridurre la capacità di aggregazione delle piastrine, nell’aumento del flusso e della portata sanguigna.
Le ricerche eseguite presso l’Istituto di Ricerca Cardiovascolare in Mosca hanno successivamente confermato in vivo la superiorità dell’estratto di Reishi rispetto a qualsiasi altro estratto vegetale, nella prevenzione e cura delle cardiopatie, nelle forme di insufficienza coronarica, ecc..
La potenza dell’estratto di Ganoderma Lucidum è attualmente basata sul contenuto in triterpeni chiamati acidi ganoderici, quelli che in pratica conferiscono il sapore amaro e che che prevalgono quantitativamente rispetto a tutti gli altri componenti. In Giappone se ne fa grande uso anche in cosmetica per la bellezza della pelle e per il trattamento dell’alopecia, per il trattamento delle malattie della pelle e del lupus eritematoso.
Tossicità Praticamente sconosciuta
Data la consistenza legnosa del fungo, lo si usa in forma di estratto secco 4:1 o tagliato in sottilissime lamelle da usarsi dopo decozione.
E’ l’unico fungo tra quelli presentati che non abbia anche un uso culinario in senso stretto, potendo essere usato per fare solo decotti, infusi, tè ecc.
Dosaggi Estratto secco 4:1 da 500 mg fino a 5 gr giornalieri a seconda dei casi.
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Continuiamo a raccontarvi dei funghi medicinali parlando di un fungo, anch’esso rinvenibile facilmente in Aspromonte, che è ricco di sostanze benefiche. Si tratta del Coprinus comatus.
Coprinus comatus
Regno: Fungi
Phylum: Basidiomycota
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Agaricales
Famiglia: Agaricaceae
Genere: Coprinus
Specie: Coprinus comatus
Caratteristiche
Fungo commestibile comune in tutto il mondo che cresce a gruppi nei prati ed anche nei giardini dei centri urbani. È un fungo che invecchia subito, di solito in meno di 24 ore, liquefandosi e assumendo un colore nerastro ed è per questo che viene chiamato il”Fungo dell’inchiostro”. Il cappello è poco carnoso, dapprima ovoidale-oblungo o a forma di clava che ricopre una gran parte del gambo al quale aderisce con le lamelle, come un ditale; poi si apre a forma di campana allungata, mentre il margine si lacera, si arrotola verso l’alto e comincia a liquefarsi. La cuticola del fungo quando è giovane è bianca e quasi liscia, maturando si rompe in squame arricciate e il colore si fa più scuro a partire dal margine che diventa rosa e poi nerastro. A questo punto diventa molle e si liquefà in una poltiglia nerastra. Il Coprinus comatus è un fungo molto fragile che deperisce rapidamente anche mentre lo portiamo dal posto di rinvenimento a casa. Ma le sue proprietà medicinali sono notevoli.
Proprietà terapeutiche
È il più importante fungo con effetto anti-diabetico: 90 minuti dopo l’assunzione della polvere di Coprinus comatus la glicemia si riduce di circa il 41% e dopo 3 ore persiste una riduzione di circa il 30% scendendo solo al 20% di riduzione, dopo circa 6 ore. Agisce quindi come un vero antidiabetico orale , privo delle controindicazioni e degli effetti collaterali caratteristici dei farmaci ipoglicemizzanti.
I dosaggi dovranno essere regolati sulla base dei livelli di glicemia e bisogna fare attenzione, quando si assumono contemporaneamente ipoglicemizzanti classici orali od insulina per evitare crisi ipoglicemie.
Il Coprinus comatus aiuta inoltre la digestione e coadiuva la riduzione ponderale a parità di apporto calorico ed energetico. È noto infatti come la resistenza, ovvero l’insensibilità tissutale, all’insulina sia causa di obesità.
Il fungo migliora la circolazione sanguigna, riduce le placche ateromasiche e rende più elastiche le pareti arteriose.
Indicazioni cliniche
Diabete Tipo I e II
Obesità
Sindrome metabolica (in sinergia col Maitake)
Stipsi
Emorroidi
Tossicosi epatica
Stress
Infezioni intestinali
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Incominciamo questo viaggio dentro la micoterapia parlando di un fungo che tutti conoscono bene ma a nessuno viene in mente che possa essere un fungo medicinale dalle caratteristiche davvero interessanti.
Si tratta dell’Agaricus bisporus, meglio conosciuto con l’appellativo di “Champignon” .
Agaricus bisporus
Regno: Fungi
Phylum: Basidiomycota
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Agaricales
Genere: Agaricus
Sottogenere: Agaricus
Specie: Agaricus bisporus
Caratteristiche
Agaricus significa “campestre” e bisporus significa “che genera due spore”.
Il fungo può raggiungere le dimensioni, al cappello, di 12cm e, a volte anche oltre. durante la crescita assume prima la forma ovoidea, poi emisferica e infine convessa. La carne, abbastanza consistente, è bianca e arrossa leggermente soprattutto alla base del gambo, se esposta all’aria; le lamelle, libere e piuttosto fitte sono dapprima di un bel colore rosa, ma diventano ben presto di color cioccolato e infine marrone scuro. Il gambo è corto, cilindrico e tozzo, sempre bianco, con anello fioccoso facilmente asportabile. Le spore sono bruno-porpora ed ellissoidali, l’odore è gradevole e il sapore è dolce. I basidi contengono solo due spore ognuna delle quali contiene i nuclei per la riproduzione sessuale e quindi si riproduce per omotallismo. Cresce nei campi e nei giardini molto concimati ed è il fungo più coltivato in Europa.
Proprietà terapiche
L’Agaricus bisporus ha azione antiossidante e antiallergica attraverso la riduzione della produzione di leucotrieni. Abbassa i livelli serici di colesterolo, ha azione protettiva per i reni poiché rallenta l’avanzamento dell’insufficienza renale, tenendo sotto controllo valori della creatinina. Riduce anche l’iperglicemia e i dolori della gotta.
Protegge anche dall’ulcera gastrica poiché riduce la proliferazione dell’Helicobacter pylori e migliora i problemi di costipazione accrescendo la presenza dei bifidobatteri nell’intestino e riducendo i clostridi.
È utilizzato contro l’alito cattivo perché neutralizza i composti odorosi che si formano nell’intestino (metano, trimetilamina, indoli, scatolo e altri). Ha infine azione detossificante e preventiva del carcinoma del colon.
Queste sono solo alcune delle caratteristiche medico-terapiche dell’Agaricus bisporus e nessuno si sarebbe aspettato di trovarle in un fungo così facile da reperire. Finiamo fornendovi un riassunto delle indicazioni cliniche dell’Agaricus bisporus.
Indicazioni cliniche
Patologie allergiche
Insufficienza renale
Ipercolesterolemia
Iperuricemia, ipercreatininemia
Vitreoretinopatia
Riequilibrio intestinale e detossificazione
Ulcera da Elicobacter pylori
Patologie neoplastiche ( neoplasie mammarie e prostatiche ormono resistenti e ormono sensibili)
Questi funghi in pillole li potete trovare a questi link: